FINE DELLA QUARANTENA E ANSIA DA RIENTRO

È terminato il periodo di isolamento forzato, ma adesso il solo pensiero di tornare improvvisamente alla vita di prima sembra provocare in molti più un senso di soffocamento che di libertà acquisita.

Vorrei riflettere su questo argomento, senza per forza fornire una soluzione facile, che non esiste.

CI SONO STATE MOLTE DIFFERENZE DURANTE QUESTA QUARANTENA

Innanzitutto bisogna riconoscere che questo periodo è stato molto diverso per le persone, anche se caratterizzato dalle stesse identiche restrizioni sociali e regole normative stabilite per legge: le diversità delle singole condizioni personali hanno caratterizzato enormemente la qualità della vita in questo periodo.

Le diverse situazioni sono state caratterizzate da:

  • differenze economiche, ad esempio chi ha mantenuto, perso, o continuato a fare il proprio lavoro
  • differenze di salute fisica, si pensi a chi soffriva già prima di qualche patologia specifica oltre all’aver magari contratto il virus, chi soffriva di un qualche disturbo comportamentale o di chi è portatore di handicapp
  • differenze relazionali, un conto è fare una reclusione in casa con il proprio legame affettivo, che sia marito o moglie, e magari dei figli, un conto è rimanere chiusi in casa da soli
  • differenze emotive, cioè il modo soggettivo di vivere le emozioni e le risorse personali che ognuno di noi è stato in grado di mettere in campo in questo periodo.

LA DIFFICOLTÁ PIÚ DIFFUSA? ADATTARSI AL CAMBIAMENTO!

All’interno di una diversità sociale così ampia è innegabile che uno sforzo di adattamento è stato richiesto a tutti.

Adattarsi all’emergenza e alle sue condizioni è stato uno sforzo che abbiamo dovuto compiere, d’altronde, la nostra capacità di adattamento alle situazioni è quello che ci ha permesso di sopravvivere come specie, ed è una delle risorse più importanti che abbiamo.

È per questo che con la fine della quarantena e il ritorno alla vita precedente sembra così difficile, perché appare  improvviso e repentino, non prevede il tempo per il cambiamento.

Adattarsi al cambiamento, anche se è un ritorno alla condizione precedente, significa compiere uno sforzo e la fatica di gestire la paura dell’ignoto: “Come farò a vivere come facevo prima? “ questa è la paura, questa è la domanda che si nasconde dietro l’ansia da rientro che sentiamo.

L’INGANNO DEL CONTROLLO E LA FORZA DELL’INCERTEZZA

È molto importante tollerare le incertezze di quel che accade e dei nostri sentimenti, perché pensare di poter controllare tutto è impossibile, per questo ci genera ansia e paura.

Si finisce spesso col pensare che la cosa migliore sia controllare il proprio modo di agire, in maniera quasi ossessiva, per poter evitare un ipotetico contagio. Ecco che così si mettono in atto comportamenti a volte controproducenti, frutto delle informazioni ricevute a volte in maniera inevitabilmente incompleta o confusa a causa dell’eccezionalità della situazione.

Inoltre, il nostro corpo non è più abituato ai ritmi precedenti e lo sentiamo, anche se abbiamo fatto ginnastica tutti i giorni, perché lo stress fisico e mentale delle tipiche giornate che vivevamo non è, per fortuna, lo stesso di quello richiesto da un buon allenamento.

Riprendere i ritmi e la vita frenetica di prima, con le fatiche degli spostamenti e delle relazioni sociali genera ansia che si riversa sul corpo, attivando un o stato fisico non solo di allerta ma anche di infiammazione, aiutato dal rilascio di ormoni, come il cortisolo, che a lungo andare aumentano uno stato infiammatorio.

Vorrei assolutamente normalizzare le sensazioni che stiamo vivendo, la fatica delle relazioni dal vivo non è paragonabile alla gestione delle stesse relazioni da remoto. Cioè, doversi confrontare e gestire i rapporti sociali con le persone è molto più impegnativo di quel che pensiamo. Non è per tutti facile, immediato e piacevole confrontarsi con colleghi, superiori, folle di persone sui mezzi pubblici e relazioni varie.

ANSIA E POSSIBILITA’ DI CAMBIAMENTO

Detto questo, devo specificare che l’ansia da rientro che ci pervade può essere sicuramente una buona scusa per tenere aperta e monitorata una situazione problematica che stavamo portando avanti per inerzia ma che vale la pena rivedere o quanto meno valutare se e quali cambiamenti possiamo apportare.

L’ansia è un nostro alleato sino a che genera una presa di coscienza diversa della situazione e porta delle possibili azioni alternative da immettere nella nostra vita. Cercate di essere quindi attivi e consapevoli, responsabili delle vostre scelte!

COSA CERCARE DI FARE PER DIMINUIRE L’ANSIA DA RIENTRO:

Cerchiamo di Stare, stare in contatto con le nostre emozioni e con questa nuova situazione, diamoci il tempo di sentire come stiamo vivendo e reagendo, non dobbiamo pensare di dover risolvere tutto subito e magari pensare di farlo tramite il Controllo spasmodico di quello che sta cambiando.

È necessario stare nelle incertezze, molto tipiche in questo periodo, rimanendo però in uno stato d’animo di fiducia, soprattutto in noi stessi e nelle nostre capacità.

Stiamo in ascolto della nostra confusione, della poca chiarezza emotiva, dell’insoddisfazione e dell’incertezza, della fatica. Non sono sensazioni da scacciare a prescindere o da voler per forza evitare, sono messaggi e condizioni che ci possono aiutare ad avere consapevolezza di quello che stiamo vivendo e dei cambiamenti che volgiamo fare, ma soprattutto ci permetteranno di capire di cosa realmente abbiamo bisogno.

Accettiamo queste difficoltà, guardiamole e stiamoci in contatto, questo ci aiuterà a sentirci, meglio.

L’affanno alla risoluzione tramite il controllo delle situazioni è un’illusione.

Facciamo esercizi di respiro per abbassare l’agitazione momentanea e ripristinare un corretto contatto, in primis con noi stessi. 

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