Questa frase si sente e la sento dire veramente spesso.
Infatti generalmente con “ansia” non si intende quello stato di attivazione e agitazione prima di dover svolgere un compito ma proprio uno stato costante di anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento futuro che viene percepito come potenzialmente pericoloso.
I disturbi d’ansia insorgono quando il meccanismo che regola l’ansia non parte solo quando le situazioni che richiedono una certa attivazione fisiologica sono realmente presenti, ma fa perdurare questo condizione anche quando non è più necessaria. Il disturbo d’ansia è un alterato funzionamento di alcuni circuiti cerebrali.
Questo vissuto è sia cognitivo sia somatico. La sensazione ansiosa è dovuta alla produzione di ormoni quali adrenalina, noradrenalina e cortisolo, che vengono interpretati dalla nostra mente come una situazione di allarme che richiede un’attivazione per essere gestita.
Chi vive in preda all’ansia prova uno stato di irrequietezza e agitazione, fisica e mentale, una sottile paura che lo accompagna per buona parte della giornata o che si attiva per la minima scintilla.
L’ansia è una condizione di malessere e sofferenza emotiva interiore di cui non ci si riesce a liberare.
Le persone che convivono con uno stato ansioso non sono quasi mai felici, poiché non riescono a percepire le gioie e la piacevolezza della vita perché si sentono già pervasi da altre preocupazioni senza poter stare nel momento presente con pienezza.
In aggiunta a sintomi psicologici, come preoccupazione costante e irritabilità, questo disturbo si presenta di norma associato a insonnia, alterazioni dell’appetito e svariate manifestazioni fisiche caratteristiche come
L’ansia ti parla attraverso il il corpo e invia dei segnali per comunicarti che c’è una situazione psicofisica che è da affrontare per non cronicizzarla o peggiorarla e che sta compromettendo in modo significativo la tua felicità.
Cosa fanno di solito le persone che soffrono di questo disturbo?
Chi soffre d’ansia, solitamente, evita tutte le situazioni che pensa possano attivare questo stato ansioso, oppure mette in atto comportamenti compulsivi che gli fanno credere di avere un falso controllo della situazione. In realtà tale falso controllo va ad aumentare il disagio relativo alle mille cose che obbligatoriamente ci sfuggono di mano perché oggettivamente impossibili da governare. Questi comportamenti cronicizzano e rinforzano l’ansia.
Per ridurre l’ansia si lavorerà sul recupero delle sensazioni di calma e rilassamento, così come si lavorerà sul recupero delle funzioni più profonde che hanno generato la perdita della capacità di gestire la propria quotidianità con serenità e consistenza.
L’approccio che adotto permette di lavorare direttamente e subito sui sintomi d’ansia per poi approfondire accuratamente quali sono i funzionamenti sottostanti che hanno innescato questo stato.
È importante utilizzare tecniche e strategie di rilassamento per ridurre gli stati ansiosi modificando un funzionamento profondo ben radicato. Per questo motivo, oltre a queste strategie, bisogna affrontare esperienze più profonde e arcaiche per produrre un cambiamento duraturo.
Infatti per generare una positiva esperienza di sicurezza bisogna ricontattare come nel tuo vissuto sei stato Tenuto, Contenuto, Protetto, per placare sul nascere quel senso di costante paura.
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